“Dio non fa preferenza di persone, ma accetta colui che lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10,34-35) |
“Dio non fa preferenza di persone, ma accetta colui che lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10,34-35) |
La forma più tradizionale di presenza dei monaci e monache nel mondo è l’ospitalità che, secondo la Regola tende non solo ad offrire sollievo materiale a coloro che visitano la comunità, ma anche a procurare loro nutrimento spirituale nella comunione di carità e nell’incontro con la Parola di Dio (cf. RB 58,8-9). La carità rende le monache sollecite a comprendere le necessità spirituali degli ospiti, e le fa anche attente a cogliere con umiltà e reciproca edificazione le istanze che la Chiesa e il mondo pongono alla consacrazione monastica.
La monaca (portinaia o foresteraria) che presiede all’accoglienza degli ospiti, “la cui anima sia tutta posseduta dal timore di Dio” (RB 58,21), li accoglie come Cristo stesso, adoperandosi nel favorire un clima di serenità spirituale e di comunione nella preghiera, così che gli ospiti sentano di essere accolti nella casa del Signore.
La comunità monastica, in linea con la tradizione dei nostri Padri antichi, si rende perciò disponibile ad accogliere tutti con sincero amore e a riconoscere i “semi del Verbo” presenti misteriosamente in ogni uomo che cerca il volto di Dio, poiché “Dio non fa preferenza di persone, ma accetta colui che lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10,34-35).