“Nulla anteporre all’amore di Cristo”
(RB 4,21)
Tutta la vita della monaca è un discepolato che non ha mai fine, sempre rivolto alla “conversio morum” con lo scopo di “istituire una scuola del servizio divino” come sottolinea la Regola di san Benedetto (Prologo, 45).
Per coloro che desiderano realizzare l’appartenenza a Lui attraverso la vita monastica, accogliendo generosamente il dono di Dio, è condizione indispensabile una formazione adeguata delineata da:
- Un periodo di conoscenza.
- Il postulandato.
- Il noviziato
- Anni successivi di professione semplice.
Il periodo di formazione tende a condurre la candidata a ricercare un’unione sempre più profonda con Dio attraverso una conoscenza di sé sempre più matura a livello affettivo e umano, per essere in grado di assumersi responsabilmente i primi impegni della vita monastica.
“Un anziano, capace di guadagnare anime, segua i nuovi venuti attentamente” (RB 58,6)
Il noviziato ha come scopo principale quello di far conoscere e sperimentare alla candidata le esigenze fondamentali del vivere monastico, di cui un giorno dovrà fare professione in risposta a quell’appello personale di amore con cui Dio l’ha chiamata a vivere il Battesimo. Il noviziato può iniziare solo quando la candidata, avendo preso coscienza di questa vocazione, è giunta a tale grado di maturità che gli permetta di rispondere ad essa con sufficiente scelta libera e responsabile.
Le monache nella sincera ricerca di Dio (RB LVIII) riservano una particolare attenzione all’incontro filiale con Lui che si esprime nella preghiera, vissuta secondo la tradizione dei Padri della Chiesa, così come nella Liturgia e nel lavoro.